Abbiamo aspettato a lungo, prima di pronunciare la parola scudetto. Solo quando anche la sicurezza matematica è stata dalla nostra parte abbiamo potuto dare un calcio alla scaramanzia: siamo diventate campionesse d' Italia con qualche sabato d' anticipo sulla fine del campionato, e ciò a dimostrazione che quest' anno il torneo non si è svolto all' insegna dell' equilibrio. Non mi si può accusare di immodestia, se dico che il nostro cammino non ha praticamente trovato ostacoli. Il GB Giugliano Campania, campione uscente, ha evidentemente incontrato delle difficoltà nell' allestire un organico competitivo come nella stagione passata, e a nulla è servito il cambio dell'allenatore a metà torneo. Solo la finale della Coppa Italia, conquistata dal Campania e dal Milan 82, ha salvato un' annata un po' sottotono. In casa Reggiana, invece, c'è ancora chi non crede a un cammino così trionfale. Si tratta delle più giovani, ancora poco consapevoli delle proprie capacità pedatorie. Le veterane si sono comunque assunte il compito di guidare il gruppo, e di cercare nuovi stimoli di partita in partita, soprattutto quando, a livello di scudetto, tutto era già deciso. Ma conosciamole meglio, le ragazze che, portando il primo tricolore a Reggio, entrano un po' a far parte della storia di questa mite e simpatica città emiliana. |
Cominciamo ovviamente dal numero uno, Stefania Antonini, portiere di caratura internazionale. Per lei gli esperti garantiscono un futuro ricco di successi e di soddisfazioni, ha solo vent' anni ma guida la difesa con la grinta e l' autorità del campione. Di Paola Bonato, terzino della Reggiana e della Nazionale, marcatore spietato che non molla mai, si è già detto tutto (tranne forse il fatto che, con lei in circolazione, è quasi impossibile trovare il telefono libero). Con Paola, Marina Cordenons e Sabine Wölbitsch formano un insormontabile reparto difensivo, ben orchestrato dall' irlandese O'Brien, unica mamma della squadra. Anche Andrea, suo figlio, merita di essere citato: grazie a lui, i ritiri sono stati sempre meno monotoni del solito. Nel reparto di centrocampo ha operato Lella Principe, detta "piccoletta": per lei, e per Marilù Baldelli, si sono aperte quest' anno le porte della Nazionale maggiore. Come cursori sulla destra troviamo Dolores Prestifilippo; sulla sinistra Adele Marsiletti, una delle più forti calciatrici a livello europeo. Credetemi: non cercate di fermarla se la vedete correre, non la prendereste mai. In versione tutta veneta è il reparto d' attacco. Betti Vignotto è infatti di San Donà di Piave, mentre io sono veneziana. Che volete... quando ci si intende nella stessa lingua, per gli altri - tutti - sono dolori. Per Betti, questo scudetto ha un sapore particolare: è infatti quello dell' addio, avendo deciso di abbandonare ora l' attività agonistica. Un pensiero particolare va alla sfortunatissima Maria Mariotti, che ha dovuto lasciarci a metà campionato per un grave incidente. La sua assenza è pesata non solo nella Reggiana, ma anche in Nazionale. Tutto un gruppo affiatato, tuttavia, ha partecipato alla conquista del tricolore. Anche le ragazze che hanno avuto meno possibilità di giocare hanno saputo dare il loro contributo: dal portiere in seconda Maria Grazia Azzolini a Luisa Bompani; da Derma Amadio a Carmen Summo, e poi ancora Rosi Canzi, Moira Placchi e Paola Radice. Alla pazienza di Lilly Marinelli e Rina Borsari sono stati affidati i nostri muscoli e, per essere proprio sinceri, i nostri capricci e le nostre lamentele. Un ringraziamento particolare va al medico, il dottor Adriano Guidetti, al preparatore atletico Ivano Vaccari, al mister Cleante Pifferi: quest'ultimo, specialmente, non può che essere soddisfatto di noi. Dulcis in fundo, il presidente Renzo Zambelli: con lui alle spalle, con la spinta della sua umanità e della sua voglia di vincere, era proprio impossibile lasciarsi sfuggire lo scudetto.
Carolina Morace