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Scusa se ti interrompo. In Italia giocano quasi
tutti con il 5-3-2, vorresti dire che eravate all' avanguardia ?
"Oh, siamo finiti in un campo che mi piace ! E' vero, da noi molti optano per il 5-3-2, ma io non penso sia la formula ideale per il calcio femminile. Questo modulo, infatti, spreme eccessivamente le ragazze impegnate sulla fascia. Per coprire da sole le corsie destra e sinistra i due laterali devono essere molto veloci e avere due polmoni straordinari, caratteristiche che talvolta non si trovano neanche tra i maschi. E poi, noi donne non abbiamo un calcio forte e preciso, cambiare lato del campo diventa veramente difficile e impostare la manovra non risulta facile. Invece con il 4-4-2 c'è sempre un sostegno per chi è in possesso di palla. A Verona con Anna Mega in panchina, giocavamo veramente bene, chi aveva il pallone era sempre "accompagnato" e sapeva di avere vicino almeno un giocatore da servire. I difensori, inoltre coprivano sempre facendo la diagonale". |
E' SEMPLICEMENTE ECCEZIONALEL' addio al calcio di Carolina era annunciato da tempo, la Morace prima dell' avvio della stagione aveva fatto intendere che a fine anno avrebbe appeso le scarpe al chiodo. Quindi abbiamo voluto interpellare alcune compagne di squadra e di Nazionale. I giudizi sono, come era facile attendersi, più che lusinghieri. Patrizia Panico, attaccante dell' Amadio Modena e della Nazionale: "Carolina è sempre fortissima, potrebbe giocare ancora parecchi anni. Corre più di certe ventenni, tecnicamente nessuno si è mai sognato di discuterla. Io mi reputo molto fortunata per aver potuto giocare al suo fianco. Se sono migliorata parte del merito è anche suo. Se ci ripensasse sarei felicissima..." Giorgia Brenzan, portiere della Torres e della Nazionale: "E' un peccato che smetta. Per un portiere è sempre bello confrontarsi con attaccanti del suo valore." Daniela Tavalazzi, difensore del Cascine Vica e della Nazionale: "Non ho mai giocato in squadra con lei, ho sempre preferito stare dall' altra parte della barricata. Se non posso esprimere un giudizio sulla persona per non avere mai trascorso un' annata intera al suo fianco, posso dire che tecnicamente è una giocatrice fantastica. Io però ho un piccolo vanto: quando l' ho marcata non ha mai segnato." Manuela Tesse, centrocampista dell' Amadio Modena e della Nazionale: "E' la più forte, ma questo non basta per renderle totalmente merito. Carolina è un leader, una professionista vera in grado di dare l' esempio a tutto lo spogliatoio. In Italia attaccanti così potenti non ce ne sono." Damiana Deiana, difensore del Cascine Vica e della Nazionale: "Un talento incredibile. Mi ricordo quando ho giocato al suo fianco nella Torres a Sassari. Vincemmo lo scudetto, Carolina fu straordinaria. Anche se avevo 23 anni da lei ho imparato moltissimo, anzi anche oggi, a distanza di quattro anni, sono certa che possa insegnarmi moltissimo." |
LA BAMBINA PRODIGIOA undici anni falsificarono un documento per poterla schierare in serie C, ma Carolina era troppo forte per rimanere ancora a guardare. Inizia così la carriera di un attaccante prodigioso, che ha vestito la sua prima maglia azzurra a quattordici anni, al San Paolo di Napoli, contro la Jugoslavia. "Abitavamo a Venezia, al quartiere Castello, papà Ignazio era un ufficiale della Marina e quando tornava dal lavoro mi portava al campo a giocare. Con noi c'era sempre anche Davide, mio fratello: ci divertivamo un mondo a prendere a calci la palla. Non ricordo se avevo tre, quattro o cinque anni, ma questo penso che importi poco. Ricordo solo che andai alla Ca' Bianca, la mia prima squadra, all' età di otto anni. Ero felice, Norina, mia madre, mi chiedeva solamente di fare i compiti, anche se non riusciva a comprendere come una bambina potesse preferire il calcio alle bambole. Nella mente ho ancora scolpito il mio esordio in Nazionale: avevo quattordici anni, affrontavamo la Jugoslavia a Napoli e a 10' dalla fine rilevai una giocatrice che per me era un mito: Betty Vignotto. Vincemmo 5-1, non segnai ma in quella manciata di minuti toccai il cielo con un dito." Iniziò così la tua avventura ? "Sinceramente non lo so. Certamente l' esordio in Nazionale fu importante, ma ai tempi abitavo ancora a Venezia con la mia famiglia. A diciotto anni, invece, prima dell' ultimo anno di liceo decisi di accettare le offerte di Trani, andai in Puglia, in una squadra che vinse il campionato. Forse la grande avventura è iniziata proprio da lì." |