Quanto segue è un riquadro che faceva da completamento ad
un articolo più grande sul calcio femminile in generale, pubblicato
sul Nuovo Calcio dell' ottobre 1996. L' articolo, firmato da Corrado Ori
Tanzi era intitolato "E la donna non va in gol" e riportava alcune opinioni
di personaggi più o meno illustri del mondo del calcio sl tema dello
scarso successo del calcio femminile in Italia. L' articolo parte proprio
citando una frase polemica di Carolina ("Conta più uno starnuto
di Baggio che lo scudetto femminile"), poi richiama lo spettacolo delle
Olimpiadi di Atlanta e poi inizia una panoramica di opinioni. Tutto il
servizio occupa sei pagine: oltre all' articolo principale ci sono anche
6 fotografie e 3 riquadri. Qui, ovviamente, riporto solo la fotografia
e il riquadro che riguarda Carolina. (Gabe KW)
GIÙ LE MANI DA CAROLINA
di Corrado Ori Tanzi
Carolina über alles. Sembra questo il grido di battaglia di
dirigenti, atleti, allenatori, giornalisti ed esperti di comunicazione
interpellati sulla figura di Carolina Morace, indiscussa portabandiera
e primadonna esclusiva del calcio femminile italiano. Per carità,
nessuno si è mai sognato di mettere in discussione il valore di
cotanto totem. Semplicemente, trattando la realtà del movimento
calcistico femminile del nostro paese, una domanda (birichina, certo) continuava
ad aggirarsi furtiva nella mente. Si parla di giocatrici e si pensa solo
a Carolina Morace, quando i mass media ospitano l' intervento di un' esponente
del calcio femminile due volte su due s' interpella Carolina Morace. C'
è uno sfogo polemico contro il nostro sistema informativo o un suggerimento
perchè il football giocato dalle donne esca dalla palude dell' indifferenza
dei tifosi ? Ebbene, la firma è inesorabilmente quella di Carolina
Morace. Ora, siamo proprio sicuri che l 'equazione Morace uguale calcio
femminile non finisca involontariamente per danneggiare l' intero movimento
e che la popolarità della grande attaccante (unica in un mare di
sconosciute) non possa suo malgrado rappresentare un freno allo sviluppo
del suo stesso sport ?
Ma Carolina è una calamita con un indomito potere di attrazione
e l' ampiezza dei consensi che è riuscita ad ottenere tra i nostri
interpellati ne è la più evidente testimonianza. Ampiezza,
non unanimità.
Comunardo Niccolai (allenatore): "Senza di lei il calcio femminile
sarebbe davvero povero".
Marina Sbardella (presidente federazione femminile): Altro che
freno, Carolina costituisce un vero traino per tutto il movimento. La ginnastica
e la pallanuoto sono tanto celebrate, ma anch'esse si basano quasi esclusivamente
su due nomi: Juri Chechi e Ratko Rudic e nient'altro. Se uno sport non
ha a disposizione una medaglia d'oro olimpica da far brillare per convincere
la gente a praticarlo deve avere almeno un nome forte per costruirsi un'
immagine da spendere verso una platea la più ampia possibile".
|
Marcello Lippi (allenatore): "L'errore, se errore c'è,
è quello di avere solo Morace. Casomai la responsabilità
è di chi non riesce a imporsi e a suscitare interesse".
David Messina (giornalista): "Ha saputo utilizzare un veicolo
debole come il calcio femminile per fare politica di autopromozione e di
diffusione del suo sport. Non è un freno perchè è
lo stesso calcio giocato dalle donne a non avere la potenza per entrare
nella nostra cultura. Inoltre non ci sono altri personaggi che possano
ereditarne il ruolo, per questo i mass media finiscono con il cercare sempre
lei."
Pierluigi Frosio (allenatore): Si batte per il suo sport e lo
fa con coerenza. Forse il pericolo sta nel fatto oggi la si conosce più
come donna di spettacolo, pur all' interno di un contenitore sportivo,
che come atleta."
Giorgio Simonelli (docente universitario):"Tutti gli sport hanno
un personaggio che li rappresenta, ma si impoverirebbero presto se esistesse
un vuoto tra il mito e il resto. La popolarità esclusiva di Carolina
Morace è un indizio di un sistema che non funziona, un sintomo di
un malessere Non la causa, quindi, ma l' effetto di una distorsione. In
Tv, per quanto piacevole e di certo competente, la trovo ancora piuttosto
impacciata. Mi sembra comunque una persona intelligente e la sua polemica
sullo starnuto di Baggio che fa più notizia di un' impresa di calcio
femminile ha un fondamento assolutamente legittimo." |
Patrizia Panico (calciatrice): "Lei è un traino anche se
il calcio giocato da noi donne potrebbe maturare anche senza un personaggio
di bandiera. Un esempio ? Il basket femminile, nessun grande nome ma un
risultato eclatante come l' argento agli Europei."
Antonella Bellutti (ciclista): "In uno sport di squadra ritengo
che avere un nome in grado di monopolizzare l' attenzione possa risultare
controproducente, mentre in una disciplina individuale può risultare
uno strumento di lancio. In ogni caso meglio che ci sia una persona che
in qualche modo riesca a focalizzare su di sè l' attenzione, altrimenti
è l' intero movimento a essere destinato all' anonimato".