Questo articolo del tedesco Rainer Hennies è stato pubblicato (in inglese) su WOMENS SOCCER WORLD del maggio/giugno 1997.
In questa pagina è riportata la traduzione e la copertina del numero di WSW da cui è stato tratto. Ci sono alcune inesattezze, Carolina non è la donna più famosa dello sport italiano, in Italia il calcio femminile non è professionistico, almeno ufficialmente, ma ho ritenuto di mantenere la traduzione il più fedele possibile all'originale. Nell' articolo venivano riportati anche delle citazioni in italiano con qualche piccolo errore che ho in questo caso corretto.
Ho comunque riportato in una pagina a parte anche la versione originale in inglese. (Gabe KW)

Carolina Morace: 

la star italiana può raggiungere il record in USA-Italia nella capitale USA


Quando lei entra in campo per una partita della nazionale italiana la gente sugli spalti comincia a gridare "Carolina! Carolina!". Rainer Hennies traccia un profilo della più nota donna dello sport italiano, Carolina Morace (pronuncia: Cah-ro-lee-na-mo-rah-chay) che ha entusiasmato i fans del suo paese negli ultimi 15 anni.



A 33 anni lei è una punta e una superstar. Carolina Morace è la regina del calcio in Italia. Chiunque scrive di calcio femminile in Italia scrive di Morace. Chiunque parla di calcio femminile parla "della Morace". Il calcio femminile italiano è tutto rivolto verso la sua prima stella, più di quanto accada negli altri paesi del mondo.
Con 142 presenze internazionali (fino al 31/3/97) lei è la numero uno del calcio italiano con più presenze di Dino Zoff (112), il detentore del record maschile. Attualmente nella classifica generale delle presenze internazionali Morace è in terza posizione, dietro Pia Sundhage (Svezia, 146), e Heidi Store (Norvegia, 145). Dato che Sundhage si è recentemente ritirata e Store soffre di un infortunio al ginocchio dalle Olimpiadi, Morace ha la possibilità di diventare la numero uno delle presenze internazionali femminili, possibilità che aveva perso quando l' Italia perse la possibilità di giocare altre partite internazionali fallendo la qualificazione ai mondiali del 95 e alle Olimpiadi del 96.
Ammesso che lei giochi nell'amichevole Italia-Inghilterra alla fine di Aprile e che partecipi a tutte e tre le partite della U.S.Cup, Morace raggiungerà Sundhage in occasione della partita contro gli USA, al RFK Stadium di Washington D.C. . Quando lei ritornerà a giocare la Coppa Europa questa estate, potrà eguagliare il detentore del record assoluto delle presenze maschili, Majed Abdullah (Arabia Saudita, 147 presenze). Se lei continuerà a giocare nelle partite degli Europei, allora lei straccerà tutti i record di uomini e donne in materia di partite internazionali.
Recentemente Morace ha infranto un' altra barriera. Avendo segnato 99 reti per la sua nazionale è poi rimasta senza segnare per quattro partite di seguito, facendo sospettare che si fosse sviluppata una una barriera psicologica. Poi il 23 marzo, la "Squadra Azzurra" giocò con la Grecia in amichevole sul campo amico di Modena, Dopo sei minuti Morace segnò il primo gol che poi avrebbe condotto alla vittoria per 4-1 dell' Italia.

In nazionale nel 1993
Nel campionato nazionale italiano di "serie A" la carriera di Morace è unica: in quasi 18 anni di serie A lei ha segnato 480 gol in 442 partite e ha portato la propria squadra allo scudetto dieci volte negli ultimi dodici anni. Quest'anno, col suo attuale club, il Modena, Morace sembra avviarsi ad un nuovo scudetto. In questa stagione ha già segnato 29 reti, e con nove partite ancora da giocare lei ha buone possibilità di battere anche il proprio record di 40 gol segnati in una sola stagione, stabilito nel 1988 quando giocava nella Lazio di Roma.
Questi risultati ovviamente richiamano una notevole attenzione. Lei la mette così: "Il mio compito è segnare, io sono soltanto concentrata nel mio compito, niente di più."
"Il calcio è una sport di squadra. La squadra è come un'orchestra. Se ognuno è un maestro nel suonare il proprio strumento allora hai successo", spiega Morace. "Il mio è uno strumento molto speciale perchè come attaccante io posso decidere la partita. Ma io so che questo non è possibile senza un buon lavoro delle mie compagne di squadra".
La sua carriera come calciatrice è stata influenzata dalla casa dei genitori e dai dintorni. Nata a Venezia, lei crebbe tra due campi di calcio, ciascuno ad un tiro di sasso da casa sua. Il padre, un ufficiale della marina italiana, capì molto presto che per sua figlia giocare a calcio con i ragazzi dei dintorni non era una vera sfida. Lui la aiutò ad entrare in una seria squadra femminile all' età di dieci anni. Quattro anni dopo lei cambiò squadra trasferendosi a Belluno, a 120 miglia a nord di Venezia. Quella fu la sua prima squadra di serie A.
Nello stesso anno fu convocata come riserva in nazionale per un' amichevole contro la Jugoslavia. "Fu un momento fantastico quando l'allenatore mi utilizzò per entrare negli ultimi minuti", così Morace ricorda il suo debutto. Lei entrò in campo per sostituire Betty Vignotto, per molti anni la più grande attaccante italiana e capitana della nazionale. Undici anni pèiù tardi, quando Vignotto si ritirò dalle partite internazionali, le lasciò la fascia di capitana e la maglia con il leggendario numero "9" fu indossata da Carolina Morace.

Anche i cani
la adorano.
Questa donna sembra essere una campionessa nata, sia in campo che fuori. Gli amici la chiamano "tigre", un soprannome che riassume la combinazione di sangue caldo italiano, grazia e femminilità e che sottolinea la sua aggressività in partita e la sua personalità. Per dirlo in italiano: "Carolina sa unire grazia e femminilità ad un carattere vincente, da vera campionessa".
Per Morace, il calcio è "il miglior modo per esprimere me stessa. Mi piace l'energia che esplode nella partita. Mi piace la positiva aggressività di questo sport. Mi piace vincere, dare il mio meglio fino all'ultimo per vincere. Questo perchè io posso accettare una sconfitta se so di aver dato il mio meglio. Il calcio è la parte più importante della mia vita." Benchè la sua immagine pubblica esiga aggressività, senso del comando, sicurezza ed esuberanza nel privato lei sa mostrarsi calma e molto sensibile. "Joy" e "Freedom" sono i nomi dei suoi cani. Ha dato loro il nome dei due principi che ritiene più importanti per la sua vita.
Il suo sogno è l'uguaglianza di uomini e donne nel calcio, specialmente in Italia, dove nel calcio si può trovare ancora molto predominio maschile. Questa ineguaglianza, il fatto che il calcio femminile non sia ancora accettato dagli uomini la irrita. "Le donne amano il calcio tanto quanto gli uomini. Donne e calcio così come uomini e calcio sono parte della nostra cultura." Gli uomini possono avere un margine di vantaggio per la lunga tradizione di partite giocate e per la maggiore forza fisica, ma questa non è una ragione per relegare gli sforzi delle donne nello sport ad un livello più basso.
Questa è la visione di una donna che ha finito l'università qualche mese fa e adesso lavora in un ufficio legale di Roma, finendo la seconda parte dei suoi studi. Sta per diventare avvocato, per quando finirà la sua professionale carriera calcistica.

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