Probabilmente avrete sentito parlare del commercio "equo e solidale"e
di quegli strani negozi che vendono te`, caffe` e cioccolata. Adesso arrivano
anche i palloni! e potremo quindi giocare a calcio con "palloni equi e
solidali". Tutto cio` e` stato reso possibile dalla Transfair, una organizzazione
nata in Italia nel 1994, che ha lanciato un progetto per produrre palloni
da calcio senza sfruttare nessuno, tanto meno i minori. Ci siamo messi
in contatto con la Transfair, chiedendo notizie sul loro progetto e ci
hanno detto diverse cose interessanti.
Nel 1996, Transfair Italia, in seguito alle campagne di pressione rivolte
ad aziende coinvolte in produzioni in cui si e` documentato l'uso di manodopera
infantile, ha lanciato una campagna, destinata destinata ad avviare un
progetto pilota in Pakistan, nella regione di Sialkot, che consentisse
di produrre palloni da calcio nel rispetto della normativa internazionale
del lavoro (ILO), nonche` attivasse dei benefici reali e diffusi per le
comunita` locali coinvolte. Il progetto e` partito a fine 1997, con l'avviamento
della produzione nel rispetto delle convenzioni ILO relative al trattamento
salariale dei lavoratori, alla non discriminazione sessuale e al non uso
di lavoratori sotto i 14 anni.
Il progetto coinvolge, oltre a Transfair Italia,a ltri partner in Europa e d in Pakistan, quali Fair Trade, una fondazione tedesca che sostiene vari progetti nel Sud del Mondo, in particolare per combattere il lavoro minorile e quelle forme di sfruttamento intensivo dovute alla globalizzazione, Geophile organizzazione pakistana, che si occupa di educazione alla salute, istruzione ed interventi, e le Suore di S.Paolo, attive da anni a Lahore, con attivita` volte ad alleviare le situazioni piu` brutali di sfruttamento minorile. Hanno inoltre collaborato tutti i partecipanti alla campagna 50.000 lire per un pallone equo e solidale".
I partner commerciali sono COOP ITALIA e CTM di Bolzano. Per l'importazione dei palloni essi hanno sottoscritto un accordo in cui si impegnano a rispettare le condizioni stabilite da Transfair, accettando i controlli previsti per i licenziatari. I palloni in vendita sono di due tipi, uno da allenamento (prezzo circa 20.000 lire), uno professionale (prezzo circa 40.000 lire).
I costi di produzione vengono ridotti eliminando gli intermediari parassitari, cioe` quelli che prendono il lavoro in appalto e poi lo danno in sub-appalto. Questi soldi recuperati vengono poi impiegati per investimenti su iniziative sociali e su progetti di sviluppo alternativo. Alla fine il prodotto equo costa più o meno come quello non equo però i nostri soldi vengono usati in modo assai diverso.
La TransFair ha calcolato quanto reddito servirebbe ad una famiglia di Sialkot per (soprav)vivere: la produzione dei palloni equi è stata organizzata proprio in modo da fornire tale reddito senza mettere al lavoro anche i figli sotto i 14 anni. In pratica una famiglia media di Sialkot (6 persone) potra` tirare avanti con 2 adulti che cuciono palloni.
Dopo qualche mese dall' inizio della campagna le vendite dei palloni
equi vanno molto bene, tanto da occupare tutta la capacità produttiva
di Talon fino ad ottobre. I rivenditori, CTM e COOP hanno già esaurito
le forniture e ne attendono di nuove: si pensava a 50.000 palloni in un
anno ma ne sono già stati venduti 150.000 in pochi mesi. Questo
è stato possibile grazie anche alla risposta di UISP e ACLI e delle
piccole squadre. E la FIGC? c'è stata l'iniziativa dello scorso
19 aprile "questo non l'ho cucito io", ma non di più, purtroppo
gli sponsor non gradiscono che si parli troppo dei propri metodi di produzione.
Per quanto ci riguarda diciamo che per fare pubblicità al calcio
femminile, una buona idea potrebbe essere quella di adottare i palloni
equi,magari per le partite casalinghe della rappresentativa nazionale.
E con questo è tutto.