Quanto segue è il testo di un volantino che riporta il logo (in qualche modo una firma), di ESSELUNGA, CTM, ALTROMERCATO e TRANSFAIR. Non c'è una data ma il periodo è evidentemente quello a partire dell' aprile 1998.


 

Esselunga in collaborazione con Ctm dalla parte dei bambini

Esselunga ha inserito tra i premi della Promozione Fidaty (11 maggio / 17 ottobre 1998) i palloni da calcio provenienti dal circuito del commercio equo e solidale. Si tratta di un' importante iniziativa a livello italiano di importazione e distribuzione di palloni che non provengono da sfruttamento dal lavoro minorile. È un progetto elaborato e promosso da Transfair Italia, ente senza fine di lucro che certifica i prodotti del mercato equo, offrendo ampie garanzie di controllo e verifica. Sostenendo questa iniziativa insieme a Ctm, Esselunga si schiera dalla parte dei bambini e sostiene organizzazioni che operano per la cooperazione internazionale con azioni semplici e chiare.
 

Il miglior rimedio contro lo sfruttamento del lavoro dei minori è la giusta retribuzione del lavoro degli adulti.


 

La produzione di palloni in Pakistan: 

molto sport, poco fair play

La città di Sialkot nel nord-est del Pakistan è la patria della produzione di articoli sportivi. 
È una città con più di 500.000 abitanti, dei quali attualmente circa 20.000/25.000 sono occupati in questo settore.
Circa l' 80% della produzione mondiale di palloni da calcio proviene da Sialkot. I palloni da calcio sono costituiti da componenti prodotti industrialmente; la cucitura, però, dei singoli pezzi avviene da sempre a mano con un processo lungo e impegnativo (un bravo artigiano cuce da 3 a 5 palloni in 10 ore di lavoro). Questa parte artigianale del processo produttivo viene di norma subappaltata a piccoli laboratori e soprattutto a famiglie dei villaggi limitrofi di Sialkot. Gli artigiani vengono pagati a pezzo e di norma non esiste un rapporto lavorativo ufficiale: vengono a mancare così tutte le sicurezze, i servizi sociali e il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Il lavoro artigianale collegato alla produzione dei palloni è quindi, un lavoro malpagato e poco sicuro.

Lo sfruttamento dei bambini

Secondo le stime dell' Organizzazione per i diritti dell' uomo e del lavoro, sono circa 7.000 i bambini coinvolti nella produzione di palloni da calcio. Il lavoro di questi bambini, ovviamente illegale, rappresenta il 23% delle entrate familiari e li impegna a tempo pieno per 10 ore al giorno.
Frequentare la scuola è dunque un miraggio.

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