Siamo una famiglia di giovani e appassionati soci, e crediamo molto
nelle iniziative "sociali" che meglio di altre possono distinguere la Coop
da un normale supermercato. Abbiamo perciò salutato con interesse
l' idea dei palloni "etici", prodotti senza sfruttare il lavoro dei bambini.
Siamo quindi rimasti delusi dalle scarpe di tela per bambini in vendita
presso i supermercati. Non solo queste erano prodotte in Tailandia (paese
notoriamente poco incline a tutelare l' infanzia sotto molti aspetti),
ma la scritta "Made in Thailand" era pudicamente coperta da un nastro adesivo;
ci si poteva accorgere dell' origine solo leggendo all' interno della scarpa
(questo era troppo difficile da coprire ?). In breve: perché i consumatori
credano davvero a queste iniziative non si possono fare solo su un prodotto
"civetta"; devono essere più serie e rigorose ed implicare un diverso
rapporto con i fornitori, altrimenti sembreranno sempre operazioni di facciata
e perderanno ogni efficacia, sia sociale che commerciale.
(Firme)
La legislazione attuale prevede solo l' obbligo della presenza in etichetta
del nome dell' importatore o del produttore. D'altronde sappiamo che in
molti casi anche la scritta "Made in..." significa poco, attestando tutt'al
più che in quel pezzo di scarpa (suola, tomaia o altro) è
fatto o proviene da quel paese, ma non certificando l 'iter complesso di
prodotti ormai manufatti in diversi paese e assemblati altrove.
D'altra parte sarebbe non solo difficile ma addirittura un errore chiudere i rapporti con i fornitori del sud del mondo, pena un aumento della povertà per i lavoratori e le loro famiglie. Quindi per anni la Coop ha chiesto ai fornitori la sottoscrizione di un contratto in cui si dichiari di non impiegare manodopera infantile, e dallo scorso anno ha istituito un fondo, alimentato da una percentuale sugli acquisti effettuati nei paesi in via di sviluppo, per finanziare iniziative di scolarizzazione e di solidarietà in estremo Oriente. Quindi anche l' acquisto di scarpe "sospette" può contribuire a migliorare la condizione dei bambini nei paesi poveri. Con il pallone etico la Coop ha voluto dimostrare che è possibile garantire l'assenza di lavoro infantile e destinare importanti risorse in iniziative sociali a favore dei lavoratori, senza un aggravio di costi sul consumatore finale. Dal prossimo anno estenderanno questa esperienza a tutta la gamma dei palloni da gioco e se, possibile, anche ad altri prodotti del tessile. Non ci interessa fare operazioni di facciata fini a se stesse, ma contribuire seriamente a risolvere i problemi nel sud del mondo. Torna all' indice degli articoliTorna alla pagina principale |