Da Terre di Mezzo del febbraio 1998


In aprile in vendita i palloni solidali

UN CALCIO QUASI GIUSTO

Si sono svegliati tutti insieme: Baresi e Bearzot, telecronisti e veline del cuoio.

Ma che i bambini pakistani cucissero palloni da calcio per poche lire al giorno, i nostri lettori e l' Associazione Transfair lo sapevano già.

Il marchio Transfair, che da quasi due anni garantisce i prodotti equi e solidali, si è posto due obiettivi: ridurre il lavoro minorile, garantire migliori condizioni di salario e di ambiente di lavoro e iniziare le produzioni di palloni in loco secondo tali criteri.

Il progetto dei "palloni giusti" ha già stabilito una base operativa in Pakistan e i suoi emissari hanno incontrato numerose realtà internazionali e pakistane: Federazione pakistana del lavoro, Organizzazione internazionale del lavoro, Federazione mondiale delle industrie di prodotti sportivi e altre.

La partnership con un'organizzazione non governativa locale, Geophile, permetterà di far partire la produzione quanto prima.

I palloni equi saranno commercializzati in Italia, a partire da aprile dalla rete Coop e da Ctm con il supporto dell' Unione italiana sport e dell' associazione Cuore amico di Brescia. La raccolta fondi prosegue: dei 60 milioni necessari all' avviamento ne sono stati raccolti 45. Sono le prime battute ma la partita è lunga e la palla, almeno speriamo, rotonda.
 

Per prima cosa migliorare i salari

Le regole del pallone

Queste sono le condizioni in cui saranno rigorosamente prodotti i palloni equi.

1. Rispetto delle convenzioni dell' Organizzazione Internazionale del lavoro (Ilo) riguardo al trattamento salariale dei lavoratori, al divieto di discriminare le donne o le minoranze e al divieto di impiegare lavoratori al di sotto dei 14 anni.

2. Eliminazione di intermediazioni.

3. Miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie con la fornitura di servizi sociali, il pagamento di un premio "Fair Trade" (Lavoro corretto) sotto la supervisione di Transfair per ogni attività produttiva con questi criteri.

4. Eliminazione progressiva di ogni lavorazione con impatto ambientale.

5. Unità produttive aperte al controllo di Transfair, Fair Trade e dei partner delle Ong impegnate nel progetto.

Si allarga il mercato: ecco il cioccolato cubano

Chi comanda in Transfair

Tra poche settimane cioccolata made in Cuba anche in Italia. No, non è un effetto della recente visita del Papa a Fidel, ma un risultato dello sviluppo del marchio Transfair (bollino doc che certifica i criteri di produzioni equi e solidali).

Per la verità la cioccolata sarà fabbricata in Italia (dalla Icam di Lecco) ma, appunto con zucchero di canna cubano.

Che il cioccolato equo e solidale venga materialmente fabbricato in Europa non deve stupire: accade già oggi e a far parte dei "maestri pasticceri" sono guarda un po', gli svizzeri.

Intanto Transfair rinnova i vertici: confermato alla presidenza Nuccio Iovene (Arci), già coordinatore del Forum del terzo settore. Alla vice-presidenza Michele Papagna (Acu). Nel direttivo anche Nicola Fumagalli (Cesvi), Adriano Poletti (Acli), Andrea Ferrari (Ass. Botteghe del mondo), Mario del Carlo (Centro nuovo modello di sviluppo) e David Milan.

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