La tua carriera è iniziata in porta, oppure come per i più
grandi portieri c’è un aneddoto curioso che ti ha spinto tra i pali?
La mia carriera è iniziata nel ruolo della vecchia ala destra,
ma ben presto hanno visto la mia naturale dote tra i pali. Un vizio di
famiglia quello del portiere, visto che sono cresciuta imparando le gesta
di mio fratello, che allora diciottenne, era tra i migliori portieri della
provincia di Treviso, purtroppo però fu bloccato da un grave
infortunio alla gamba (rottura di tibia e perone). Io ho imparato tanto
solo a guardarlo e penso di averlo imitato benino..
Quali caratteristiche secondo te sono importanti per un buon portiere?
Se mi parli di caratteristiche ti dico che il fisico, “inteso come
statura”, è importante così come la presa, lo stacco per
le uscite in presa alta e un'ottima spinta da fermo…Diciamo che il prototipo
ideale di portiere potrebbe essere questo. Ma nella realtà non è
sempre così e allora si aiutano le atlete a migliorarsi, allenandole
adeguatamente per migliorare i loro difetti.
Pensi di possedere tutte queste caratteristiche o alcune devi ancora
migliorarle, quali sono i tuoi pregi e i tuoi difetti?
Penso che il difetto più evidente sia la mia scarsa tecnica
con i piedi, non che sono così scarsa, ma di certo non posso mettermi
a fare dribbling in campo. Sono migliorata in questi anni perché
ho lavorato duro, ma devo lavorare ancora molto.
I miei pregi? Guarda preferisco siano gli altri ad elencarli,
io so solo tirarli fuori in campo. Preferisco che a rispondere a questa
domanda sia il mio preparatore Lucio Bighelloni.
Da esperta, quali pensi siano le migliori giovani interpreti nel
tuo ruolo nel panorama italiano?
Quest’anno ho visto molto bene la giovane Marchitelli, che nella gara
di andata contro di noi ha fatto dei buoni interventi e poi l’ho rivista
in Olanda durante la qualificazione agli Europei under 19, dove si
è comportata egregiamente.Un altro buon portiere giovane ce l’ha
il Bardolino: Paola Bianchi.La conosco molto bene possiede ampi margini
di miglioramento, deve solo lavorare molto.
Cosa pensi della tua giovane numero “12”?
Il mio secondo è Giorgia Braiato, una ragazza di 15 anni catapultata
in serie A dalla D. E’ un buon portiere, ma che deve ancora crescere. Quest
anno è migliorata tanto sia dal punto di vista caratteriale che
sul piano fisico e tecnico, questo grazie al suo carattere umile e alla
tanta voglia di imparare che possiede.
E della tua erede tra i pali nel Bardolino?
Penso che Mimma Fazio abbia fatto un bel campionato nella mia ex squadra.
La conosco poco come portiere, ma da quello che ho visto, anche contro
di noi in campionato, penso che sia davvero un buon numero 1. Inoltre credo
che se è stata scelta dal Bardolino abbia delle buone doti.
Hai vissuto
un po’ nell’ombra della Brenzan per molti anni però adesso che si
è ritirata hai preso il suo posto nel Foroni e in Nazionale, ci
sono dei momenti nei quali senti il suo “fantasma”?
Non era semplice tornare al Foroni dopo Giorgia Brenzan, ma essere
stata chiamata per sostituirla mi ha fatto piacere e inoltre è stata
anche una piccola soddisfazione personale il fatto che la società
abbia pensato proprio a me, per sostituire un mostro sacro come è
stata lei. Non ho mai sofferto il suo fantasma perché il Foroni
mi ha sempre manifestato la sua totale fiducia e nessuno ha mai fatto un
confronto tra noi due. Devo anche dire che il rapporto di amicizia con
lei, dentro e fuori dal campo è sempre stato bello, quindi non ho
mai avuto problemi.
Quest’anno, come molto tue compagne hai attraversato le rive dell’Adige,
passando dal Bardolino alle storiche rivali biancoverdi, che differenza
hai trovato rispetto alla società, alla squadra, alle ambizioni
e ai tifosi precedenti?
La differenza è stata negli obbiettivi delle due società.Il
Bardolino ha sempre seguito la politica di far crescere le giovani a discapito
in certi casi dei risultati, nel Foroni invece si è capito sin da
subito che l’obiettivo della società era quello di vincere tutto
quello che era possibile.
Al primo anno con la corazzata di mister Donella è arrivato
uno scudetto sospirato ormai da due anni dalla società. Quali sono
state le tappe fondamentali della stagione?
Le tappe fondamentali sono state entrambe le gare giocate con la Lazio.
All’andata abbiamo perso e questo ci ha aiutato a capire che non eravamo
imbattibili e che dovevamo essere più umili, mentre al ritorno,
grazie alla determinazione che abbiamo avuto durante tutta la gara e che
è stata anche la prerogativa che ci accompagnato in tutto il campionato,
è arrivata la vittoria.
In vista della partecipazione alla Champions League, pensi che il
Foroni abbia bisogno di qualche puntello per essere ancora più competitivo?
Se sì,chi toglieresti alle rivali che hanno lottato contro di voi
per lo scudetto oppure chi vorresti nella tua squadra di giocatrici che
ti hanno impressionato quest’anno anche di compagini “minori”?
Penso che un Foroni così vada già bene, non saprei chi
prendere perché sinceramente sarebbe difficile sostituire ognuna
delle ragazze della rosa.
Se tu fossi il tuo presidente opteresti per una politica basata
sulle giovani o punteresti dritta su giocatrici più esperte?
Dipende dalla possibilità economica che uno ha e solo allora
si può decidere. Penso però che farei ciò che sta
facendo Andrea Fagnani, anche perché i risultati non mentono.
Se non fossi stata una calciatrice cosa staresti facendo adesso
oppure cosa fai in contemporanea a questo lavoro? Avresti mai pensato di
arrivare così in alto?
Se non avessi giocato a calcio adesso lavorerei di sicuro a Treviso
dai miei. Non L’avrei mai detto di arrivare fino a qui, ma è successo..