FABIANA COMIN

di Noemi Diamantini

C’è chi la definisce un portiere kamikaze per come si butta sui piedi delle  attaccanti avversarie, c’è chi l’apprezza e chi no, ma su un dettaglio Fabiana mette d’accordo tutti: è una vincente. La trevigiana infatti arrivata la scorsa estate alla corte di Fagnani per sostituire l’amica Brenzan, è riuscita alla prima stagione a conquistare una Supercoppa ma soprattutto a cucirsi il tricolore sul petto. Niente male,considerando che l’ex compagna di nazionale ed ex mostro sacro del calcio femminile italiano, in due anni di militanza biancoverde aveva conquistato solo una Coppa Italia…

La tua carriera è iniziata in porta, oppure come per i più grandi portieri c’è un aneddoto curioso che ti ha spinto tra i pali?
La mia carriera è iniziata nel ruolo della vecchia ala destra, ma ben presto hanno visto la mia naturale dote tra i pali. Un vizio di famiglia quello del portiere, visto che sono cresciuta imparando le gesta di mio fratello, che allora diciottenne, era tra i migliori portieri della provincia di Treviso,  purtroppo però fu bloccato da un grave infortunio alla gamba (rottura di tibia e perone). Io ho imparato tanto solo a guardarlo e penso di averlo imitato benino..
Quali caratteristiche secondo te sono importanti per un buon portiere?
Se mi parli di caratteristiche ti dico che il fisico, “inteso come statura”, è importante così come la presa, lo stacco per le uscite in presa alta e un'ottima spinta da fermo…Diciamo che il prototipo ideale di portiere potrebbe essere questo. Ma nella realtà non è sempre così e allora si aiutano le atlete a migliorarsi, allenandole adeguatamente per migliorare i loro difetti.
Pensi di possedere tutte queste caratteristiche o alcune devi ancora migliorarle, quali sono i tuoi pregi e i tuoi difetti?
Penso che il difetto più evidente sia la mia scarsa tecnica con i piedi, non che sono così scarsa, ma di certo non posso mettermi a fare dribbling in campo. Sono migliorata in questi anni perché ho lavorato duro, ma devo lavorare ancora molto.
I miei pregi? Guarda  preferisco siano gli altri ad elencarli, io so solo tirarli fuori in campo. Preferisco che a rispondere a questa domanda sia il mio preparatore Lucio Bighelloni.
Da esperta, quali pensi siano le migliori giovani interpreti nel tuo ruolo nel panorama italiano?
Quest’anno ho visto molto bene la giovane Marchitelli, che nella gara di andata contro di noi ha fatto dei buoni interventi e poi l’ho rivista in Olanda  durante la qualificazione agli Europei under 19, dove si è comportata egregiamente.Un altro buon portiere giovane ce l’ha il Bardolino: Paola Bianchi.La conosco molto bene possiede ampi margini di miglioramento, deve solo lavorare molto.
Cosa pensi della tua giovane numero “12”?
Il mio secondo è Giorgia Braiato, una ragazza di 15 anni catapultata in serie A dalla D. E’ un buon portiere, ma che deve ancora crescere. Quest anno è migliorata tanto sia dal punto di vista caratteriale che sul piano fisico e tecnico, questo grazie al suo carattere umile e alla tanta voglia di imparare che possiede.
E della tua erede tra i pali nel Bardolino?
Penso che Mimma Fazio abbia fatto un bel campionato nella mia ex squadra. La conosco poco come portiere, ma da quello che ho visto, anche contro di noi in campionato, penso che sia davvero un buon numero 1. Inoltre credo che se è stata scelta dal Bardolino abbia delle buone doti.
Hai vissuto un po’ nell’ombra della Brenzan per molti anni però adesso che si è ritirata hai preso il suo posto nel Foroni e in Nazionale, ci sono dei momenti nei quali senti il suo “fantasma”?
Non era semplice tornare al Foroni dopo Giorgia Brenzan, ma essere stata chiamata per sostituirla mi ha fatto piacere e inoltre è stata anche una piccola soddisfazione personale il fatto che la società  abbia pensato proprio  a me, per sostituire un mostro sacro come è stata lei. Non ho mai sofferto il suo fantasma perché il Foroni mi ha sempre manifestato la sua totale fiducia e nessuno ha mai fatto un confronto tra noi due. Devo anche dire che il rapporto di amicizia con lei, dentro e fuori dal campo è sempre stato bello, quindi non ho mai avuto problemi.
Quest’anno, come molto tue compagne hai attraversato le rive dell’Adige, passando dal Bardolino alle storiche rivali biancoverdi, che differenza hai trovato rispetto alla società, alla squadra, alle ambizioni e ai tifosi precedenti?
La differenza è stata negli obbiettivi delle due società.Il Bardolino ha sempre seguito la politica di far crescere le giovani a discapito in certi casi dei risultati, nel Foroni invece si è capito sin da subito che l’obiettivo della società era quello di vincere tutto quello che era possibile.
Al primo anno con la corazzata di mister Donella è arrivato uno scudetto sospirato ormai da due anni dalla società. Quali sono state le tappe fondamentali della stagione?
Le tappe fondamentali sono state entrambe le gare giocate con la Lazio. All’andata abbiamo perso e questo ci ha aiutato a capire che non eravamo imbattibili e che dovevamo essere più umili, mentre al ritorno, grazie alla determinazione che abbiamo avuto durante tutta la gara e che è stata anche la prerogativa che ci accompagnato in tutto il campionato, è arrivata la vittoria.
In vista della partecipazione alla Champions League, pensi che il Foroni abbia bisogno di qualche puntello per essere ancora più competitivo? Se sì,chi toglieresti alle rivali che hanno lottato contro di voi  per lo scudetto oppure chi vorresti nella tua squadra di giocatrici che ti hanno impressionato quest’anno anche di compagini “minori”?
Penso che un Foroni così vada già bene, non saprei chi prendere perché sinceramente sarebbe difficile sostituire ognuna delle ragazze della rosa.
Se tu fossi il tuo presidente opteresti per una politica basata sulle giovani o punteresti dritta su giocatrici più esperte?
Dipende dalla possibilità economica che uno ha e solo allora si può decidere. Penso però che farei ciò che sta facendo Andrea Fagnani, anche perché i risultati non mentono.
Se non fossi stata una calciatrice cosa staresti facendo adesso oppure cosa fai in contemporanea a questo lavoro? Avresti mai pensato di arrivare così in alto?
Se non avessi giocato a calcio adesso lavorerei di sicuro a Treviso dai miei. Non L’avrei mai detto di arrivare fino a qui, ma è successo..