Franco Comuzzi

Presidente del Tenélo Club Rivignano

di Fabio Molinari

Oggi conosceremo una piccola realtà della Bassa Friulana che ha visto, e in parte fatto, la storia del calcio femminile: sono molto poche le società in attività con un’anzianità superiore a quella del Rivignano.
Abbiamo sentito il suo attuale presidente, il sig. Franco Comuzzi al quale innanzitutto chiediamo cos’è il calcio femminile per la società del Rivignano alla vigilia del trentennale della fondazione:
Per noi è sempre stato innanzitutto un momento di incontro tra persone che condividono la passione per lo sport, fatto solo per dilettantismo, ed alla quale uniamo il piacere di passare in amicizia alcuni momenti; inoltre, dobbiamo ricordare che quando abbiamo iniziato la nostra attività, nei primi anni Settanta, costituivamo una delle prime iniziative per una certa emancipazione sociale delle ragazze in una realtà prettamente rurale e, quindi, con tutte le immaginabili grosse difficoltà che ci si ponevano di fronte. Al di là di tutte queste considerazioni, però, solo fin tanto che continueranno a sussistere tali presupposti di condivisione delle fatiche, delle gioie e delle delusioni, ovvero quei valori che sono fondamentali nel rapporto di amicizia tra le persone, il Rivignano potrà andare avanti; quando prevarranno le logiche di carattere commerciale che sempre più sembrano farsi strada negli ultimissimi anni, gran parte del movimento calcistico femminile sarà messo in discussione, come forse sta già iniziando ad avvenire”.
Per approfondire quanto ci sta dicendo ricordiamo ai lettori che lei, vista la sua lunghissima esperienza nel calcio femminile, è stato chiamato dalla signora Levati a far parte della Consulta per il calcio femminile:
“Effettivamente con l’inizio della stagione agonistica in corso la Presidente Levati mi ha onorato chiamandomi a far parte di questo organismo consultivo costituito per approfondire e valutare tutte le problematiche, pratiche ed organizzative, relative alla nostra attività sportiva; questi incontri sono un importante momento di confronto tra persone che rappresentano tutto il movimento di tutta Italia e, permettetemi di dire, non siamo lì di certo per discutere di cose personali delle nostre squadre o per farci belli, sarebbe veramente troppo riduttivo! Proprio per questo voglio sottolineare, per evitare certe incomprensioni sul mio ruolo che talvolta sono già emerse nell’ambiente del calcio femminile della mia regione da parte di alcune persone evidentemente poco e male informate, che questo organismo ha esclusivamente compiti consultivi e non ha alcun potere decisionale in quanto questo resta in capo al Consiglio Direttivo della Divisione”.
Lei sostiene, come tanti peraltro, che il calcio femminile nazionale da alcuni anni è in una fase di stagnazione; e se dovessimo giudicare dall’andamento delle compagini Nazionali, ciò non può che essere confermato. Da quell’importante osservatorio che è la Consulta e per quella che è la sua esperienza, quali sono a suo avviso i principali problemi che assillano il calcio femminile, di oggi ed in prospettiva?
“Secondo me il futuro del nostro movimento si giocherà principalmente su due aspetti: autonomia e svincoli. Per prima cosa è assolutamente indispensabile che i Delegati regionali per il calcio femminile vengano svincolati dai rispettivi Presidenti dei Comitati regionali della FIGC; si deve fare in modo che questi vengano designati dalla Divisione Calcio Femminile e rispondano direttamente a questa. La Divisione deve avere autonomia gestionale, seppur sempre in seno all’organizzazione della Lega Nazionale Dilettanti. Qualcuno teme che in questo modo vengano ridimensionati drasticamente i mezzi finanziari che la Federazione passa al calcio femminile; ma per esperienza personale sono convinto che seppur con mezzi eventualmente più contenuti (ed è tutto da dimostrarsi che una maggior autonomia non possa consentirci di reperire ulteriori risorse), una più certa e più organizzata pianificazione tecnico-economica non può che portare ad un miglioramento del movimento. L’unica certezza che abbiamo oggi, invece, è ...l’incertezza! Navighiamo a vista senza poter sapere oggi come sarà impostata l’attività di domani, senza una programmazione concreta e sostenibile che persegua la crescita del movimento passando per l’attività promozionale nelle scuole ed il sostegno delle attività di base. Tutto ciò, evidentemente, è anche conseguenza della più totale indifferenza dei vertici della Lega e della Federazione contro cui la Presidente Levati non può fare molto, soprattutto se non supportata con forza da un mondo societario femminile che risulta ancora frammentato e spesso immaturo”.
Poi lei accennava alla questione dello svincolo.
“Infatti. Ritengo altrettanto determinante riconsiderare almeno in parte la questione dello svincolo: mettere le società nella condizione di non poter contare con certezza sulle atlete nel momento in cui queste possono esprimere la loro massima maturità atletica ed esperienza, significa togliere loro ogni possibile certezza proprio in quella necessità di programmazione a medio-lungo termine che è l’unico fattore che può garantire la stabilità delle stesse e, quindi, dell’intero movimento; a mio avviso, queste scelte mirano solo a forzare una sorta di selezione naturale a danno delle piccole società ed a favore delle società più strutturate e più forti economicamente. Ma la lobby che mira a questo progetto è poi così sicura che questo non determini un pericoloso impoverimento delle risorse ed un ridimensionamento del movimento che poi può solo portare ricadute negative a danno anche di essi?”
Veniamo a quello che è il calcio femminile del Friuli Venezia Giulia: qual’ è la situazione in questa regione?
“Purtroppo devo affermare che se a livello nazionale il movimento è in fase stagnante, nella mia regione ha vissuto recentemente una forte fase recessiva. Ricordo con nostalgia quando alcuni anni or sono in regione militavano ben 33 società di cui 20 in serie C regionale, 4 in serie B nazionale, una in serie A e 8 in un campionato promozionale Carnico. Oggi siamo ridotti ad una manciata di squadre che militano in campionati nazionali e poco più di una decina di squadre che fanno il campionato regionale. Hanno voluto sempre più limitare la discrezionalità e le risorse di chi cercava di lavorare per il calcio femminile e queste sono le conseguenze più che evidenti; la verità è che siamo figli di un dio minore. Ora, inoltre, perderemo pure il supporto di chi per tanti anni si è sempre battuto, a momenti anche disperatamente, per il calcio femminile regionale in quanto il nostro Delegato, Elio Meroi, è stato chiamato a Roma, in modo più che meritorio, come collaboratore della Presidente Levati, assieme ad altri due colleghi. A mio avviso sono poche le persone in regione che hanno saputo comprendere l’importanza e l’efficacia del lavoro svolto in questi vent’anni dal sig. Meroi; e ciò non toglie che in certi momenti anch’io l’ abbia criticato per certe scelte. Non ci resta che sperare, per il bene del movimento, che chi prenderà il suo posto possa essere messo in condizione di operare (e chiaramente non dipenderà solo da lui) e che dimostri la passione di chi lo ha preceduto.”
Sempre restando in Friuli, sappiamo che dalla scorsa estate, anche nelle pagine di Calciodonne.net oltre che nei quotidiani locali, la società del Tavagnacco, che milita in serie A, vi ha spesso tirato in ballo per presunti vostri atteggiamenti ostili nei loro confronti e per scarsa collaborazione.
“E’ un tormentone questo Tavagnacco! Abbiamo sempre scelto volutamente un profilo defilato in questa questione, anche quando eravamo costretti a sorbirci pubblicamente patetiche paternali dalla società e dal suo allenatore, da pochi giorni ex, che, invece di un ruolo tecnico, sembrava fare da balia ai dirigenti della sua società; ma, credetemi, tutti loro hanno messo a dura prova la nostra pazienza. Una volta per tutte ribadisco che se la Tuttino per sua scelta è andata al Foroni anziché da loro e se il Rivignano e, per quello che ho avuto modo di sentire da parte di colleghi dirigenti di molte altre squadre, gran parte delle altre società regionali provano la più assoluta indifferenza nei confronti del Tavagnacco, è bene che questa società faccia un serio esame di coscienza. La risposta a questi problemi non la trovano lontano da sé bensì la possono trovare solo al loro interno e nel loro atteggiamento verso le altre società. Il valore della correttezza ha ancora un certo peso dalle nostre parti e la fiducia va’ riguadagnata seriamente e non pensando di poter dare un colpo di spugna a tutto quanto hanno fatto finora. ”
Una battuta finale la dobbiamo proprio alla sua squadra che quest’anno sembra si stia comportando in modo egregio malgrado abbiate fatto a meno di parecchie atlete che lo scorso campionato erano titolari.
“Effettivamente per ora l’andamento della squadra è al di sopra di quelle che potevano essere le mie più rosee aspettative; rispetto allo scorso anno abbiamo ceduto in prestito al Foroni la giovane promessa Tuttino e si è reso opportuno fare a meno di alcune atlete che erano titolari fisse, anche a scapito dei risultati se necessario. Pensavamo così di dover pagare uno scotto sul campo; ma, invece, quelle che sono rimaste, un paio di nuovi arrivi, le nostre bravissime giovani (presentiamo regolarmente in campo 3 della classe ’86 una ’85 e una ’84) e lo staff tecnico composto dal mister Bruno Fiorin, da Mauro Vissa e Silvana Alcomanno ci hanno smentito con i fatti raggiungendo al giro di boa di questo campionato più punti rispetto a tutto quello precedente. Evidentemente abbiamo saputo colpire nel segno e gli effetti sono stati chiaramente positivi.”
I vostri obiettivi?
“Salvarci tranquillamente e far crescere con calma questo gruppo di giovani. Ma soprattutto, divertirci e stare bene assieme ancora”.
Auguri, dunque, a questa piccola realtà capace di fare i passi giusti con le proprie gambe.