…quattro chiacchiere con Piera…

a cura di Gianpy

Verona, 20 dicembre 2001

Piera Maglio, 25 anni, centrocampista del Foroni e della Nazionale.

E’ da poco che la conosco eppure mi sembra già un’amica di lungo corso. Sono quelle sensazioni che trasmettono persone che come lei hanno una grande virtù, oggi ormai poco diffusa: la positività! Chi ha la fortuna di conoscerla può rendersi conto di come sia sconcertante la sua semplicità e la sua simpatia che è immediata e ti mette subito a tuo agio,trasmettendoti dopo poco tempo quella sensazione che ho appena citato.

Fare quattro chiacchiere con Piera è un idea che avevo da tempo. Oggi seduti nel bar, ritrovo delle ragazze del Foroni , a poca distanza dalla Sede societaria, l’idea si realizza.

 

Ciao Piera, innanzi tutto come stai, dopo l’infortunio subìto a Milano nel corso dell’incontro Milan-Foroni?

Sto bene, i tempi di ripresa sono più brevi di quanto ci si aspettava. Se tutto procede per il meglio spero di essere pronta per il girone di ritorno.

Anche se la domanda andava posta prima,ormai sono diversi mesi che vivi a Verona alla corte di Andrea Fagnani. Come ti trovi qui e nella tua nuova squadra?

Dunque, a Verona mi sono ambientata subito bene e così anche in squadra.E’ una di quelle formazioni in cui tutte vorrebbero stare.E’ una società che ti permette di lavorare seriamente ed anche di lavorare con una certa qualità,insomma…Il Presidente è una persona molto socievole e come tutti i presidenti quando c’è da lavorare pretende, ma è anche il primo che scherza e che basa il rapporto sull’amicizia preferendolo a quello più distaccato tra dirigenza e giocatrici. Per cui sto benissimo sia con la squadra che con i tecnici.

Piera,i tuoi ex tifosi del Bardolino ti rimpiangono. Lo so perché nell’ultimo derby hanno avuto parole carine su di te, malgrado il tuo cambio di maglia. Li rimpiangi anche tu?

(sorride)Bè,allora… sicuramente dal momento che ho ancora rapporti con loro rimpiango il fatto che comunque è bello che ci sia della gente che mentre tu giochi ti sostenga con il suo tifo, perché per noi sono le uniche gratificazioni e se ci tolgono anche queste…si gioca solo per noi stesse! Però è strano che parlino bene di me. Mi giungono voci che un pochino di astio,per quella sorta di sano campanilismo locale, ci sia! Comunque la scelta del Foroni è stata dettata anche dal fatto che non volevo allontanarmi dalla zona dove mantengo tutt’ora forti amicizie con le ragazze del Bardolino,la dirigenza e questi tifosi ai quali sono anch’io affezionata e che per due anni mi hanno sempre sostenuto.Come non potrei esserlo!!

Anche qui trovi lo stesso calore?

Bè, qui a Verona i tifosi che vengono a vedere la squadra anziché miei coetanei sono le mamme, i parenti delle ragazze o le bambine delle giovanili. Da parte loro ho trovato molto affetto e calore.

Non vorrei metterti in imbarazzo, ma sei sicuramente tra le calciatrici la più simpatica e disponibile.Riesci a mettere a proprio agio chiunque…Il tuo carattere quanto ti ha aiutato nel calcio?

Allora… ti sembrerà strano ma è stato il calcio che ha trasformato la persona introversa e timida che era Piera Maglio.Se penso che dieci anni fa quando avevo quindici anni per parlare con qualcuno o per essere quello che in realtà sono mi dovevo sforzare tantissimo...Oggi devo ringraziare il calcio, le ragazze, l’ambiente in generale del calcio femminile che ha fatto, appunto,venir fuori il mio Io. Il fatto di relazionarsi costantemente con così tante persone, perché cambi squadra e conosci tante altre realtà ha fatto si che io trovassi il mio equilibrio emotivo. In realtà io sono come mi vedi ora, socievolissima e disponibile con tutti.

Anche nella vita ti ha aiutato tanto…

Si, tantissimo. Diciamo che è stato un po’ la mia ancora di salvezza…!

Sei una calciatrice che in campo e fuori(parlo della grinta con cui hai incitato le ragazze dalla tribuna nello scontro con la Torres) mette determinazione e tanto cuore in quello che fa e nelle cose in cui crede…Quali sono le altre doti caratteriali che una ragazza deve avere per ottenere successo in questo sport?

Allora… per me è fondamentale il fatto di non pensare mai di essere arrivati e che oltre quel limite raggiunto non si può andare. Poi conoscere appunto i propri limiti e molto spirito di sacrificio e voglia di lavorare, perché senza queste due doti i traguardi non si raggiungono.E poi cercare d’avere uno spirito giusto nel fare le cose.Quindi non troppo seriamente né troppo alla leggera: un esatto equilibrio tra la spensieratezza e la serietà nel farle.

Piera, io ti conosco (come calciatrice) da quando giocavi nell’Autolelli Picenum. Ma prima non so molto di te. Quando nasce calcisticamente Piera Maglio?

Ho avuto una breve parentesi in una squadra di Jesi la Ortezzano (Piera è nata ad Avellino ma è cresciuta nella Marche in provincia di Macerata) ed un’altra breve parentesi con un’altra squadra dell’anconetano la Corinaldo…

…scusa se t’interrompo, ma quando hai iniziato a giocare a pallone?

…tardissimo!Io sono una delle ragazze che ha iniziato a giocare più tardi, perché ha scoperto il calcio femminile a 15/16 anni ed è successo tutto in un anno. Giocavo a mia insaputa praticamente in due squadre. Questo perché nel femminile non essendoci competenze di qualità si corre il rischio di commettere degli errori, inconsapevolmente, come è successo a me firmando due cartellini e non sapendo che non lo si può fare, perché hai voglia di giocare e ti fidi di quello che ti dicono le persone più grandi di te, per poi scoprire che non è così. Comunque tornando a prima dopo quest’avventura approdai nel Recanati che è stata la squadra dove ho intrapreso seriamente questo sport e dove sono cresciuta professionalmente,giocandoci per tre anni. Mi sono tolta parecchie soddisfazioni in questa squadra perché in questo periodo sono maturata parecchio a tal punto d’essere chiamata nella Rappresentativa marchigiana, l’ultimo anno ero anche capitano e poi lì sono stata notata dalla squadra di Ascoli appunto, la Autolelli Picenum. In quei tre anni ho fatto un salto di qualità mostruoso passando dalla Serie C alla A e per me è stata un’emozione fortissima. Nella squadra ascolana ci ho passato quattro anni e lì le soddisfazioni si sono sommate ad altre soddisfazioni. Infatti durante il primo anno è arrivata la convocazione in Under (Nazionale) e da lì c’è stata un’ascesa tremenda fino ad approdare alla Nazionale maggiore, al Bardolino ed oggi sono qui al Foroni, la squadra veronese che sta puntando alla vittoria finale, una delle squadre più forti!

Quante difficoltà hai trovato sul tuo cammino?

Bè, sicuramente le difficoltà sono state numerose.Quando parti dalla Serie C dove di squadre serie, ben organizzate ne trovi una su dieci e tu vuoi fare bene per arrivare ma ti accorgi che non c’è quella professionalità che vorresti, dove nessuno ti viene a vedere, dove ti alleni al freddo e magari anche male allora ti chiedi chi ti spinge ad andare avanti. Però grazie alla passione, allo spirito di sacrificio ed alla speranza di arrivare prima o poi in una squadra di prestigio, ho sempre superato questi momenti difficili che ogni atleta prima o poi ha.

Nella tua carriera c’è stato un momento bello ed uno più brutto?

Dunque….comincio dal più brutto. Anzi, a pensarci bene è stato contemporaneamente il più bello ed il più brutto.Mi riferisco ai recenti Campionati Europei con la Nazionale.Ti prepari un mese a giugno per una competizione molto importante, però poi finchè non arrivi lì non ti rendi conto di quello che è veramente.Quindi il momento più bello è stato arrivare in Germania, giocare la prima partita e sentire dentro di te una carica, una voglia di entrare in campo, anche se non sei titolare, per dare una mano in qualsiasi momento, ti senti preziosa perché sai di poter essere d’aiuto alla squadra e il bello è che quando sei lì con tutta quella gente che ti guarda non vuoi stare in panchina, vuoi giocare a tutti costi. Questa tensione ed emozione è bellissima da vivere! Il momento più brutto è stata, manco a dirlo, l’eliminazione, la doccia gelata che ci è arrivata in un momento fino al quale ci eravamo espresse benissimo, avevamo ricevuto i complimenti dell’opinione pubblica e di riflesso un bene anche per il movimento calcio femminile. La Nazionale come si sa è la vetrina per il nostro movimento.

Strano, la Morace non mi sembrava così abbattuta…almeno dalle riprese televisivee dalle successive dichiarazioni…

No…aspetta, adesso ti spiego…sulle spalle di Carolina c’è un’esperienza grandissima come calciatrice ed allenatrice e di Campionati Europei ne ha fatti! Per me era la prima volta ma per lei si poteva parlare di un “deja vu”.Le emozioni che può trasmettere una sconfitta cocente come questa le ha sapute controllare e poi per lei era molto importante l’andamento tecnico e fisico della squadra che comunque ha dimostrato di non essere più indietro come qualche hanno fa e che con le Nazioni più forti d’Europa può oggi competere tranquillamente ed anche superarle.

Spesso le interviste vengono fatte alla fine di un evento sportivo e quindi non si può che parlare della partita. Molte lettrici e lettori però si chiedono com’è Piera Maglio nella vita di tutti i giorni, quando non gioca. Mi racconti qualcosa di te?

Allora, premetto che questo è il primo anno che non lavoro e che mi posso dedicare completamente al calcio. Al mattino c’è la palestra poi il pomeriggio/sera c’è l’allenamento.Ora dovevo iniziare la scuola calcio Foroni con le bimbe ma a causa del mio infortunio l’ho spostata più avanti nel tempo. A me piacciono tantissimo i bambini e poter insegnare loro i primi calci mi da tanta gioia. Pensa che ho nove nipotini perché in famiglia siamo in nove fratelli: sette femmine e due maschi(grossa risata)! Mi piace leggere, mi piace tantissimo ascoltare la musica e cucinare.E cucino pure bene! Sai qui a Verona vivo da sola in un appartamentino che la Società mi ha trovato e quindi mi arrangio da sola: cucino,pulisco, lavo e stiro anche se quest’ultima cosa non è la mia passione.Mi piace moltissimo il modellismo ed il fai da te. Una volta facevo le barchette in legno , gli aereoplanini, le automobiline. Tutto questo però è passeggero perché il calcio non ti da il sostegno economico o la professionalità per intraprendere un lavoro per il resto della vita.

Che studi hai, Piera?

Ahi, hai toccato un tasto dolente! Purtroppo ho solo la licenza media inferiore, perché a sei mesi dall’esame che mi avrebbe dato la maturità scientifica ho abbandonato!(non indago ulteriormente sulle cause dell’abbandono ma le do della pazza, ridendoci sopra naturalmente).Comunque il prossimo anno ho intenzione di finire gli studi , garantito al 100%!!

Frequenti le tue compagne di squadra?

Si, certo! C’è un buon rapporto di frequentazione anche se dopo gli allenamenti e le partite siamo tutte un po’ stanche e preferiamo riposarci. Spesso ci si ritrova a casa di qualcuna e si passa la serata lì, magari guardando una videocassetta. Certo non tutte abitano qui a Verona. Diverse fanno la spola tra Brescia, Modena, Bologna, Roma e quindi non siamo in tante qui in città.Più che altro mi trovo con il gruppetto Tagliacarne, Marsico, Gazzoli e a volte anche con Perelli, Ulivieri.

Un’ultima domanda:quando finirà la tua carriera che farai? Rimarrai nel mondo del calcio?

Non ho ancora nessuna idea. Mi piacerebbe rimanere nell’ambiente perché penso che persone come me che vivono questo sport con passione e dedizione in futuro possono essere da veicolo per promuovere e far crescere il movimento femminile e magari se sono anche brava rimanere nel calcio giocato come allenatrice anche delle bambine ed infondere fiducia e sicurezza ai genitori che rimangono un ostacolo alla voglia delle proprie figlie di intraprendere questo sport, giudicandolo non idoneo alla crescita femminile.E’ solo una questione di cultura, che piano piano va cambiata.

Grazie Piera!

Grazie a te, Gianpy.

Care lettrici, cari lettori le quattro chiacchiere sono diventate otto…c’era da immaginarlo parlando con Piera! Spero di avervi fatto conoscere un po’ di più questa grande atleta dal punto di vista umano dato che calcisticamente non ha bisogno di presentazioni e mi auguro che il Calcio possa ricompensarla con sempre più grandi soddisfazioni, le stesse che Piera sta dando a questo sport!