MIA HAMM, LA STELLA

di Ennio Ottaviani

Il nome di Mia Hamm forse non dice nulla alla maggior parte degli appassionati di calcio italiani, eppure si tratta di un'atleta che a soli 26 anni ha già vinto un Mondiale, una Olimpiade, è stata nominata miglior giocatore del mondo ed è un vero e proprio idolo per milioni (!) di ragazze americane. Il fatto che il personaggio in questione sia una donna la dice già lunga sulla considerazione che il mondo del calcio nazionale dedica a tutto ciò che esula dalla nostra tradizione.
Vale allora la pena di ripercorrere brevemente le tappe della carriera di Mia, sperando che ciò serva almeno ad incuriosire il tifoso che dovesse mai leggere questo articolo.
Mia (in realtà Mariel Margaret) nasce il 17 marzo 1972 a Selma (Alabama), figlia del colonnello dell'Aereonautica Bill Hamm. Segue quindi la famiglia nei suoi spostamenti di lavoro in California, Texas, Virginia ed in Italia, dove Bill si avvicina al mondo del calcio. Anche Mia si appassiona presto, seguendo le orme del fratello Garrett, un orfano di origine thailandese adottato dagli Hamm, di tre anni maggiore di Mia. A 14 anni è già famosa nell'ambito dei tornei giovanili, ed a vederla giocare viene il coach della nascente nazionale americana, Anson Dorrance. Egli rimane talmente impressionato dalle doti calcistiche di Mia da farla esordire in nazionale a soli 15 anni, il 3 agosto 1987 contro la Cina.
Da quel momento la carriera di Mia esplode. Vince per quattro volte (1989-1993) il campionato universitario della NCAA con il suo college, North Carolina, stabilendo anche il record assoluto di reti segnate (ben 103 in 91 incontri). Nel 1991 in Cina, a 19 anni, si laurea quindi campione del mondo con gli USA. Gli USA non si ripetono alla successiva edizione dei mondiali, nel 1995 in Svezia, dove comunque Mia viene eletta miglior giocatrice del torneo. E` solo una pausa, perche` l'anno dopo trionfa alle Olimpiadi di Atlanta, dove per la prima volta si e` tenuto il torneo di calcio femminile.
La finale, svoltasi ad Athens nello stadio della Georgia University e vinta dagli USA per 2-1 sulla Cina, e` ancora oggi l'evento sportivo al femminile che ha avuto il maggior pubblico, oltre 76.000 spettatori. Il 1997 e` stato invece un anno triste per Mia, che ha perso in Aprile il fratello Garrett, gia` sofferente di una rara malattia del sangue, in seguito a complicazioni sorte a valle di un trapianto di midollo osseo.
Oggi Mia sta preparando l'avventura del mondiali 1999 nei quali gli USA, paese organizzatore, sono i grandi favoriti. La sua popolarita` in USA e` ormai vastissima, e questo le ha garantito ottimi contratti pubblicitari con Nike, Pepsi e di altri marchi interessati a trovare testimonial commerciali di elevato impatto sul pubblico giovanile. La Nike in particolare ha sponsorizzato uno stage di addestramento organizzato da Mia in cui piu` di 100 ragazze hanno avuto l'opportunita` di giocare con lei e seguire i suoi metodi di allenamento.
In campo Mia interpreta l'attaccante moderno, in grado sia di partecipare alla manovra sia di finalizzarla, ripiegando in copertura squando necessario. Questa capacita` di adattamento a ruoli diversi e di essere presente ovunque sul campo, grazie anche al suo fisico agile (e` alta 1.65 m per 57 Kg), ha fatto dire all'ex-CT della nazionale azzurra Sergio Guenza che Mia  gli ricorda molto il nostro Bruno Conti, stella dei mondiali spagnoli del 1982.
Il fatto di essere considerata la miglio giocatrice del mondo non ha pero` mutato il suo carattere timido ed il suo forte attaccamento alla squadra. Il suo attuale coach in nazionale, Tony Di Cicco, dice di lei "Una delle migliori qualita` di Mia e` il suo grande senso del gruppo. So che e` disagio con il suo titolo di miglior giocatrice del mondo, ma quando le vedo in campo so per certo che lo e`!".