Virva

di Sandro Santori (da Il Calcio Illustrato giugno 2004)

I libri di storia sostengono che la Val Brembana fu tolta al suo isolamento dalla costruzione della “via Priula”, verso la fine del 1500. La strada ha conservato la sua importanza anche se, attualmente, sono gli aeroporti a garantire in maniera rapida lo spostamento di merci e persone.
Proprio ieri è giunta in aeroporto, proveniente dalla Finlandia, Virva. Virva Junkkari è un portiere e gioca in serie A1 con la maglia del Bergamo. In finlandese portiere si dice “maalivahti”, mentre in italiano si dice “portiere” ma si pensa “salvaci tu”.  E Virva ha dovuto imparare in fretta come parlano gli italiani e cosa pensano.
Durante le vacanze estive Virva torna a Vantaa per guidare un furgone delle poste e per consegnare i pacchi alle aziende. Con grande candore Virva confessa al cronista di essere pigra e che guidare il furgone e stare in porta le piace perché, in ambedue i casi, non c’è da correre.

Quando allo stadio comunale di Bembrate di Sopra escono dagli spogliatoi le due squadre, Bergamo e Agliana, ventidue teste di calciatrici trotterellano dietro l’arbitro e i due segnalinee per raggiungere il centro del campo. Spicca un’unica testa bionda, che esce da una maglia gialla con il numero uno scritto in nero. E’ difficile pensare che sia una ragazza italiana.
Quando quel numero uno con la maglia gialla grida qualcosa in “italo-romanesco” alle sue compagne, le certezze degli spettatori s’incrinano. Virva ha imparato l’italiano a Roma, difendendo per due anni e mezzo la porta della Lazio e facendo gite ai Castelli. “Ho visto il lago di Castelgandolfo, mangiato porchetta e bevuto fragolino”, ha dichiarato.

Quando le chiedo cosa farà da grande, Virva sorride e allarga le braccia. Da buon portiere ha il cuore nel presente e non nel futuro. Nel gioco del calcio gli attaccanti sono quelli che inventano il futuro, che creano le possibilità o le sprecano. I portieri si preoccupano di tutt’altro: aspettano il destino a piè fermo, per impedire che il futuro si realizzi. Il compito dei portieri è congelare il presente, al futuro devono pensare gli attaccanti. Diversi i ruoli, diversi i desideri. Gli attaccanti chiudono gli occhi al momento del tiro, per riaprirli e vedere che il risultato è cambiato. I portieri chiudono gli occhi al momento del tuffo, per riaprirli e vedere che il risultato non è cambiato.

Il primo tempo si rivela scialbo e con una supremazia territoriale dell’Agliana. Il Bergamo va in vantaggio con un rigore di Gabbiadini che lascia sperare i tifosi presenti in tribuna. Quando al ventiduesimo Virva esce fuori tempo e si scontra con un difensore, l’Agliana pareggia. La sofferenza del portiere che non ha congelato il presente è tutta nei gesti di stizza della ragazza finlandese. Non importa se l’azione è nata da un grave errore del difensore laterale destro del Bergamo, in Italia si dice “portiere” ma si pensa “salvaci tu”. E un portiere che non ti salva è un portiere che rinnega se stesso.

Nel secondo tempo l’allenatore del Bergamo sostituisce due calciatrici e modifica l’assetto tattico, la squadra ne risente più che positivamente. Ora è la squadra di casa ad imporre il gioco, mentre l’Agliana agisce in contropiede. Due svarioni difensivi delle ragazze bergamasche fanno sì che Ercoli, il laterale destro aglianese, possa colpire di collo pieno dall’altezza del calcio di rigore. Cosa avrà pensato Virva in quel momento?  Si sarà detta: “Devo rimanere in piedi e aspettare il tiro”, oppure “Devo andare incontro all’avversaria e coprire lo specchio”? Non sappiamo cosa abbia pensato, sappiamo cosa ha fatto: si è tuffata sulla destra e ha deviato il pallone fuori dello specchio della porta. Virva “salvaci tu” ha rispettato il suo ruolo: ha congelato il presente e ha impedito il cambiamento del risultato.

La supremazia territoriale della squadra di casa continua per i restanti trenta minuti e le biancoblù del Bergamo prendono un palo e una traversa. Il presente vince sul futuro e la partita termina 1-1. Per vedere arrivare il futuro bisognerà aspettare la prossima gara.